Il mondo del calcio è cambiato in maniera radicale da quando i colossi dell’economia mondiale hanno messo i loro occhi sullo sport più popolare al mondo per promuovere il proprio marchio. Brand legati alla produzione di auto, aziende petrolifere, piattaforme di casinò online, marchi legati alla produzione di articoli sportivi, fondi di investimento e tv a pagamento, il calcio è divenuto l’ombelico del mondo della new economy, una sorta di strumento social a pagamento per diventare popolari sfruttando l’immagine dei vari Messi e Cristiano Ronaldo.
In questo speciale redatto dalla nostra redazione vi proporremo alcuni dei colossi economici del calcio nazionale e internazionale.
I petrolieri
Aveva visto lungo il presidente di Mediaset Felice Confalonieri, che in tempi non sospetti aveva dichiarato che è “Un’epoca per petrolieri: non a caso investono gli sceicchi”. Il primo sceicco italiano è stato Massimo Moratti, che per ben 20 anni ha investito migliaia di milioni di euro per portare l’Inter al triplete del 2010. Con i soldi della Saras e il patrocinio della Pirelli sono sbarcati alla Pinetina fior di campioni come Ronaldo, Baggio, Vieri e in epoca recente i vari Eto’o e Sneijder. Fino a quando l’Inter ha investito i risultati si sono visti, segno che nel calcio senza soldi non si ottengono risultati.
Gli sceicchi
Moratti ha aperto la strada anche agli sceicchi della penisola araba. Da qualche anno il Paris Saint Germain è passato nelle mani dello sceicco Nasser Al-Khelaïfi. Inserito da Forbes nella classifica dei 100 uomini più ricchi al mondo, l’ex tennista del Qatar ha trasformato il Psg in una multinazionale di campioni grazie al pozzo sconfinato di euro del suo padrone. Ibrahimovic, Thiago Silva, Ezequiel Lavezzi sono alcuni dei fiori all’occhiello della squadra guidata da Blanc, che milita in un campionato decisamente al di sotto degli standard europei.
Dalla Francia voliamo all’Inghilterra. Da qualche anno molte delle trattative più importanti passano dal portafoglio di Mansour bin Zayed al-Nahyan, il proprietario del Manchester City. Lo sceicco di Abu Dhabi si è posto come obiettivo quello diventare il padrone assoluto del calcio mondiale forte di un patrimonio superiore ai 1000 miliardi di dollari. I suoi acquisti record hanno snaturato i prezzi del mercato inglese e di quello internazionale, togliendo quel poco di romantico che era rimasto al calcio.
Adidas, Nike e i suoi fratelli
Da qualche tempo, i brand legati alla produzione di articoli sportivi stanno rivestendo un ruolo chiave nelle gerarchie del calcio. Nella passata stagione i tedeschi dell’Adidas hanno firmato un contratto decennale con il Manchester United per 940 milioni di euro. Grazie ai 94 milioni di euro annuali il noto club inglese può operare con libertà sul mercato rafforzando senza sforzi il proprio organico, un vantaggio enorme rispetto ad altri club della Premier League che non godono degli stessi privilegi. L’Adidas è anche sponsor ufficiali di altri club di primo livello come il Real Madrid di Florentino Perez, che percepisce annualmente dai tedeschi quasi 40 milioni di euro. Tra i principali competitors dell’Adidas spicca la Nike, uno dei top sponsor del Barcellona campione d’Europa, che ogni anno versa nelle casse del club catalano quasi 34 milioni di euro.
Le piattaforme di casinò online e scommesse
Tra i pionieri della new economy spiccano anche le piattaforme di gambling che da qualche anno si stanno inserendo prepotentemente nel mondo del calcio italiano e internazionale. 32Red, Bwin, Betclic e altri operatori di casinò games e scommesse stanno investendo molto sulla Serie A e sui loro club. Bwin nel 2013 ha siglato una partnership milionaria con la Juventus, che grazie al sostegno annuale del colosso inglese può coprire diverse spese di gestione o investire con facilità nel mercato. Il Bologna di Saputo ha stabilito da qualche anno una relazione commerciale con la piattaforma di casinò online 32Red, che ha contribuito economicamente alla rinascita della squadra felsinea dopo la retrocessione in Serie B. La Fiorentina dei Della Valle ha chiuso negli scorsi mesi un accordo con Betclic, che svolgerà il ruolo di top brand per diversi anni.
Parlare di crisi economica del calcio sulla basse di tutti questi presupposti ci sembra paradossale. Il calcio mondiale è vivo e vegeto grazie al flusso continui di interessi e soldi che confluiscono nelle casse dei club, ma con il trascorrere degli anni sta crescendo il gap tra i grandi club e le piccole società. Senza una distribuzione equa dei soldi provenienti dagli sponsor si rischia anche nello sport di creare una disparità economica tra club che potrebbe uccidere i campionati nazionali a favore della nascita di una Superlega con tutte le società che godono della benevolenza degli investitori.