La follia dei giocatori del ChievoVerona porta alla sconfitta, al Bentegodi, contro la Juve. Maran, per quest’impegnativa gara, sceglie uno schieramento molto prudente con una difesa a cinque formata da Cacciatore, Dainelli, Bani, Tomovic e Jaroszynski, il solito centrocampo con Bastien, Radovanovic e Hetemay, mentre Birsa e Pucciarelli operano in avanti. Parte forte la Juve che al primo minuto, con un’azione Mandzukic Asamoah, conquista un angolo. La difesa clivense regge e per una ventina di minuti la gara è completamente soporifera. C’è un tiro di Pianic dai trenta metri che non disturba Sorrentino. Dopo una punizione del bosniaco sulla barriera e una telefonata di Higuain al portiere, intorno alla mezzora, la partita cambia volto. Subito c’è l’ammonizione dell’argentino per proteste e subito dopo una dura entrata, sull’uomo, di Bastien costa al belga il cartellino giallo. Passano due minuti e Asamoah parte, dalla sua metà campo, e Bastien, che se lo vede sfrecciare davanti, cerca di trattenerlo per la spalla, ancora nella metà campo juventina, e continua nella plateale e inutile trattenuta, per almeno altri dieci metri, nel campo del Chievo. A questo punto il mediocre arbitro napoletano Maresca è costretto a sventolargli prima il secondo giallo quindi il rosso. Ingenuità incredibile che nemmeno la giovane età giustifica. Il tempo si chiude con il Chievo che, pur in inferiorità numerica, tiene ottimamente il campo. Maran, alla ripresa del gioco, lancia Depaoli per Pucciarelli. Si gioca davanti all’area clivense, anche se pericoli per Sorrentino, non arrivano. Poco prima del decimo Tomovic accusa un problema muscolare ed è costretto a uscire per Gamberini. Le azioni lente e prevedibili dei bianconeri non creano apprensioni mentre, al quarto d’ora, un’improvvisa fiammata clivense porta lo scompiglio dall’altra parte. Jaroszynski, ruba palla a Bernardeschi, vola sulla fascia sinistra quindi traversa per l’incornata di Cacciatore che chiama alla parata il sostituto di Buffon. Cacciatore rimane a terra ma il gioco prosegue per circa un minuto poi, quando la palla esce in calcio d’angolo, l’arbitro accorre a vedere le condizioni del terzino che, dopo l’intervento dei sanitari, si rialza e riprende la propria posizione in campo. L’arbitro, a termine di regolamento, lo invita a uscire e Cacciatore prima protesta vivacemente poi, una volta arrivato a bordo campo, mima, ripetutamente, il gesto, tanto caro a Mourinho, delle manette. L’arbitro, forse avvertito dal collaboratore di linea, sventola il rosso al nervosissimo terzino, è il sedicesimo e, per una mezz’ora, il Chievo dovrà giocare con due uomini in meno. Passano pochi minuti e la Juve passa. Lancio di Pianic per Bernardeschi che, dal fondo, appoggia all’accorrente Kedira che con un violento tiro fulmina Sorrentino. I ritmi sono sempre molto lenti e, nonostante il vantaggio di due uomini e del risultato la Juve non crea problemi anzi, poco dopo la mezzora, sfiora l’incredibile pareggio. Grande apertura di Birsa per Radovanovic che s’infila nella difesa aperta dei bianconeri, ma il portiere capisce tutto ed esce di piede ben fuori l’area scongiurando il pericolo. Maran richiama Birsa per Meggiorini e, negli ultimi minuti la Juve raddoppia. Traversone di Douglas Costa per Higuain che scatta, sul filo del fuori gioco, ma in posizione regolare, e di testa batte l’incolpevole Sorrentino. Termina così una partita che preparata benissimo da Maran è stata rovinata dalle pazzie di due giocatori uno giovanissimo ma, l’altro, molto esperto. Evidentemente l’eccessiva carica emotiva ha giocato un brutto scherzo ai clivensi che, nonostante il risultato negativo, non hanno giocato una cattiva partita. Seconda sconfitta consecutiva, dopo un pareggio, e altre tre sconfitte con la vittoria che manca dallo scorso novembre, adesso la pericolosa trasferta a Bergamo contro l’Atalanta una delle squadre più in forma del campionato, anche se la Dea giocherà, martedì, con la Juve in Coppa Italia.