Un Hellas Verona tutto grinta e cuore fa suo il derby di ritorno battendo, di misura, ma meritatamente, il ChievoVerona. Pecchia, che deve fare di necessità virtù perché, oltre alle note assenze di Romulo, per squalifica, e di Cerci e Valoti, per problemi fisici, perde, poche ore prima del match, anche Kean, conferma la difesa che bene si era comportata con il Torino e decide di lanciare, per la prima volta dall’inizio, Felicioli, come esterno alto a sinistra, con Verde a destra e il duo Calvano e Buchel, centrali, mentre in avanti operano Matos e Petkovic. Maran, che può recuperare gli infortunati dell’ultima giornata, conferma la difesa di Firenze con Gobbi al posto di Jaroszynski, Birsa si posiziona alle spalle del duo Meggiorini Inglese confermando il centrocampo titolare con Castro, Radovanovic e Hetemay. Parte meglio l’Hellas che nel primo quarto d’ora impegna Sorrentino, con un tiro dai venticinque metri di Buchel, e con un traversone pericoloso di Fares che un difensore devia vanificando il tentativo sotto porta di Petkovic. Dopo un’ammonizione per Buchel, per proteste, si fa pericoloso il Chievo, alla mezzora, con un colpo di testa di Bani, su azione d’angolo, con la palla che sfiora il palo quindi con un’incursione di Castro ben frenata da Nicolas. La ripresa vede subito in campo Giaccherini per Meggiorini poi il Chievo crea una buona opportunità con Cacciatore il cui traversone è male indirizzato da Inglese. Passano pochi minuti e l’Hellas va in vantaggio. Incursione di Fares il cui traversone è deviato in angolo dalla difesa. Batte Verde che, sulla ribattuta, recupera palla e torna a metterla in mezzo dove Caracciolo, con azione da vero bomber, la gira di prima intenzione, di sinistro, alle spalle di Sorrentino. Maran corre ai ripari togliendo Hetemay per capitan Pellissier ma la squadra accusa sensibilmente lo svantaggio e prima Gobbi quindi Bani sono ammoniti. Pecchia richiama Verde che, dopo un opaco primo tempo, si è rivitalizzato nella ripresa con l’assist per il vantaggio, per il lottatore Franco Zuculini. Prima della mezzora c’è una bella azione corale degli scaligeri conclusa con un tiro a fil di palo di Buchel quindi, l’eccesso di nervosismo, porta alle ammonizioni di Pellissier e Radovanovic sempre per gioco falloso e di Matos per comportamento non regolamentare. Al quarantesimo esce, fra gli applausi, Felicioli per Aarons, quindi un anonimo Birsa per Stepinski e a pochi minuti dal novantesimo uno stremato Calvano, standing ovation per lui, per Fossati. C’è il tempo di vedere altre quattro ammonizioni per Cacciatore e Dainelli, per gioco falloso, e per Zuculini e Boldor, in panchina, per proteste. Dopo oltre quattro minuti di recupero Damato manda tutti sotto la doccia e Pecchia e i suoi ragazzi possono festeggiare la seconda vittoria consecutiva, la prima volta in questo campionato, e il sorpasso, almeno per una notte, del Crotone. Il Chievo invece si vede pericolosamente trascinato nella zona pericolosissima della classifica. L’euforia, la grinta e un pizzico di spregiudicatezza hanno premiato Pecchia, che si è preso una bella rivincita sui suoi contestatori, mentre Maran vede i suoi travolti dall’affanno e dalla paura. Conoscendo lo spirito Chievo questo è il momento di tirarlo fuori e di cercare, nonostante l’impervia trasferta a S. Siro con il Milan, di ritrovare quella serenità e quella tranquillità che possono allontanare la squadra dalla palude della bassa classifica.