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Lettera aperta a Ivan Juric

Caro Ivan, nonostante quello che dicono Di Marzio e molti organi di stampa non hai ancora firmato per il Toro. Come mai? Certamente non per la cifra che ti è stata offerta, sicuramente maggiore di quella che avevi accettato da Setti, ma perché, forse, ti stai rendendo conto che a Torino difficilmente potrai fare quello che vuoi. La prova è che non vogliono che assieme a te arrivi il tuo fidato e ottimo staff perché, per la filosofia del Presidente granata, tutto deve essere sotto la sua diretta supervisione e lo staff che ti verrebbe affiancato è formato da uomini di sua completa fiducia. Quando sei arrivato a Verona, con l’esperienza genoana, certamente non delle migliori, visto come eri stato trattato, c’era una certa diffidenza nei tuoi riguardi. Poi, con il lavoro e i risultati, questa diffidenza e caduta e sei entrato nelle simpatie della tifoseria. Purtroppo gli stadi vuoti hanno impedito ai tifosi di assistere festosamente alle imprese dei tuoi ragazzi. È vero che a Verona il Presidente guarda prima di tutto al bilancio e poi a tutto il resto ma, con il senno di poi, i risultati sono arrivati per merito tuo e del materiale umano che ti è stato messo a disposizione. In questi due anni hai potuto esprimere liberamente tutte le tue osservazioni anche a discapito dei rapporti con la Società e, ufficialmente, nessuno ti ha mai detto niente. Sei sicuro che a Torino sarà la stessa cosa? Sicuramente il tuo conto in banca sarà più pingue ma la libertà di lavoro e di espressione sarà uguale? Qui sei affiancato da uno staff di tua assoluta fiducia che traduce al meglio le tue idee poi hai un DS che dialoga con te e, nel limite del possibile, soddisfa le tue richieste. A Torino tutto, ripeto tutto, passa dalle mani del Presidente che, pure avendo molta disponibilità di mezzi, non è uno scialacquatore ma controlla ogni centesimo tanto è vero che si dice dorma solo poche ore per notte per seguire e verificare tutto, ripeto tutto. Tu vieni da una terra che, negli anni passati, non era certamente l’esempio della democrazia e della libertà e, credo tu abbia apprezzato queste cose essenziali nella vita dell’uomo qui in Italia. Non dico che a Torino queste cose non ci sono ma un controllo ferreo e asfissiante si! Se valuterai che il conto in banca vale di più di queste libertà prova e, posso già dire fin d’ora che, e su questo si accettano scommesse, difficilmente riuscirai mangiare il panettone a Natale. In bocca al lupo Ivan.

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