Il 13 marzo 2020 si sarebbe dovuto celebrare il 50° anniversario della morte di Maria Fioroni, una delle figure di spicco del panorama culturale locale del secolo scorso, mecenate attenta nei confronti della sua amata città di Legnago ed esperta conoscitrice delle vicende storiche del territorio della Pianura veronese. La pandemia di Covid-19 bloccò quasi tutte le iniziative in programma. In particolare impedì di inaugurare la mostra documentaria a lei dedicata.
Oggi, a distanza di due anni esatti, si riprende quel filo interrotto. Domenica 13 marzo, alle ore 16.30, sarà inaugurata l’esposizione che ha l’ambizione di raccontare, per la prima volta, accanto alla dimensione pubblica, gli aspetti più privati della sua vita. Un’esposizione che permetterà di riscoprire la poliedrica figura della “signorina” e l’importanza della sua opera con alcuni focus specifici sulle prime ricerche archeologiche relative sia al mondo romano che alle ceramiche rinascimentali, sulla sua passione per Legnago a cui dedicò una parte importante del suo patrimonio personale, sul suo mecenatismo, sul suo impegno a favore dei militari legnaghesi, sulle sue numerose onorificenze pubbliche ed infine sulla sua amata famiglia. Saranno esposti i suoi oggetti più privati riallestendo in particolare la sua camera da letto.
Fondazione Fioroni ha di fronte a sé un obiettivo importante, riaprire dopo oltre vent’anni la sezione romana della grande casa Museo riportando l’attenzione sul mecenatismo della “signorina” Fioroni e sull’importanza di donare qualche cosa alla propria città. Soltanto in questo si può comprendere fino in fondo la dimensione pubblica della sua opera, la sua idea di Museo e la sua volontà di lasciare una parte di sé alla Legnago del futuro e capire l’importanza della sua casa Museo.
Maria Fioroni: cenni biografici
Maria Fioroni (Castelmassa 17 marzo 1887 – Legnago 13 marzo 1970) è stata senza ombra di dubbio una delle figure di spicco nel panorama culturale veronese del secolo scorso. Storica, archeologa, ceramologa di valore, filantropa generosa e attenta nei confronti della sua amatissima città d’adozione, svolse la sua intensa e poliedrica attività di ricerca tra le quiete stanze del palazzo di famiglia che a partire dai primi anni ’30 trasformò lentamente in un museo dedicato a raccontare la millenaria storia di Legnago. Diplomatasi nel 1904 nel collegio “Agli Angeli” di Verona, fu crocerossina volontaria durante il primo conflitto mondiale. Non dimenticò mai i combattenti di tutti i fronti e di tutte le guerre del Novecento; con loro mantenne stretti rapporti epistolari (a testimonianza di questo legame sono rimaste oltre settemila lettere conservate negli archivi della Fondazione Fioroni), svolgendo una straordinaria attività di supporto materiale a favore dei militari e delle loro famiglie.
A partire dagli anni ’20 iniziò sistematiche campagne di ricognizione e di scavo archeologico nella pianura veronese che si protrassero nei quarant’anni successivi, individuando siti di fondamentale importanza e recuperando nel contempo preziose testimonianze archeologiche.
Dai primi anni ’30 iniziò ad allestire le sale di palazzo Accordi-Fioroni con i materiali archeologici e con i cimeli militari e risorgimentali raccolti nei decenni antecedenti; ebbe così inizio il primo nucleo di quello che in seguito diventerà il museo Fioroni. Alla fine del decennio, tra il 1939 e il 1941, le stanze della signorile dimora di via XX Settembre, ospitarono uno dei primi musei coloniali italiani, allestito da Maria Fioroni, al tempo fiduciaria provinciale dell’Istituto Fascista dell’Africa Italiana.
Nel secondo dopoguerra, dopo aver ricostruito il palazzo di famiglia bombardato nel 1944 e aver riallestito il museo – arricchendolo con le collezioni ceramiche legnaghesi scoperte nel 1947-1948 – maturò, assieme alla sorella Gemma, l’idea di dar vita ad una fondazione che preservasse l’immenso patrimonio raccolto, mettendolo finalmente a disposizione della città.
Il 15 luglio 1955 donò alla costituenda ‘Fondazione Museo Fioroni’ (riconosciuta con decreto del Presidente della Repubblica il 9 febbraio 1958) le sue intere collezioni e buona parte del patrimonio per il mantenimento del museo. Nel 1959 decise di creare a Legnago una biblioteca pubblica, successivamente inaugurata nel 1964.
Per i suoi meriti culturali venne insignita del titolo di cavaliere della Repubblica Italiana (1953), di commendatore della Repubblica Italiana (1959), della medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione per i benemeriti della cultura (1964).
La Fondazione Fioroni – Museo e Biblioteca pubblica
Nel febbraio 1958 il sogno a lungo cullato da Maria Fioroni divenne una realtà concreta con l’istituzione della Fondazione Fioroni per la gestione e la promozione culturale dell’immenso patrimonio archivistico e museale accumulato a partire dagli anni ’30 del Novecento. Negli anni e nei decenni seguenti, sotto l’attenta guida di Maria Fioroni, che
ne resse le sorti fino al 1970, la Fondazione si impose come un imprescindibile polo culturale per la città di Legnago e per l’intera pianura veronese, continuando ad incrementare un patrimonio museale unico e di straordinaria ricchezza, tra cui spiccano per importanza le collezioni di ceramica rinascimentale legnaghese, le preziosissime raccolte di armi bianche, le collezioni archeologiche pre-protostoriche e romane, le imponenti serie archivistiche che documentano la storia secolare del vasto comprensorio delle Valli Grandi Veronesi.
A distanza di cinquant’anni dai suoi primi passi, la Fondazione Fioroni, che da tempo ha visto riconosciuto il suo fondamentale ruolo culturale in ambito regionale e nazionale, prosegue un quotidiano impegno culturale nel solco degli insegnamenti e degli esempi di Maria Fioroni, anima instancabile di un progetto culturale ambizioso ed ardito, che dopo aver preso forma come raccolta privata tra i due conflitti mondiali, è riuscito ad imporsi nel tempo.
Dal febbraio 1958 l’originaria casa museo di Legnago, allestita con sacrificio personale e cura, con passione e studio meticoloso delle eterogenee manifestazioni della storia di un’area caratterizzata da multiformi stratificazioni, è diventata patrimonio comune di Legnago e della pianura veronese, patrimonio aperto per i cittadini della pianura, reso fruibile e donato con la sensibilità del mecenate ma soprattutto con la volontà e la lungimiranza di una progettualità in fieri che avrebbe dovuto continuare nel tempo.