Dopo due anni di pandemia, ora sono i costi delle materie prime a preoccupare.
«Serve l’aiuto di tutti per non rischiare di dover ripensare o peggio ancora tagliare
i servizi costruiti sui bisogni della comunità»
Come se non fossero bastati due anni di pandemia, adesso sono il caro-carburante e il caro-bollette a mettere a dura prova l’operatività quotidiana delle cooperative sociali. Realtà che non possono certo scaricare gli aumenti sulle persone fragili che accolgono, né sugli enti pubblici per cui operano.
Il rischio concreto, allora, è che si taglino i servizi del Terzo settore. «Sarebbe una visione miope ed è un rischio che noi vogliamo scongiurare – assicura Francesco Tosato, direttore generale di Monteverde –. Per questo ci stiamo mobilitando per affrontare quest’ulteriore criticità senza incidere sui progetti costruiti per rispondere ai bisogni della comunità: dai centri diurni che accolgono una sessantina di persone con disabilità fino ai servizi educativi nelle scuole».
Nella sede di via Conca delle perle, a Badia Calavena, si tirano le fila dei rincari. «Grazie alla centrale di acquisto dell’energia del Consorzio Sol.co. Verona, siamo riusciti a calmierare le bollette di luce e gas mediante un contratto biennale a prezzo fisso, che però è in scadenza – elenca Tosato –. Sono invece schizzati i costi per il carburante: ogni giorno abbiamo 7 pulmini che girano per i trasporti casa-centro diurno, più due mezzi per i servizi domiciliari. Se le cose non cambiano in fretta, a settembre rischiamo di chiudere il bilancio anzitempo». Entro l’anno, poi, arriverà il nuovo pulmino a ridotto impatto ambientale, frutto della generosità di tante persone che hanno partecipato alla lotteria 2021 di Monteverde: da solo, però, non basterà ad abbattere i costi dei trasporti.
A queste spese c’è da aggiungere quelle per il contenimento della pandemia. «Per noi ammontano a 75mila euro annui, fra dispositivi di protezione, tamponi e personale in più», precisa il direttore. Uscite che si sono cronicizzate: Monteverde, fin dall’inizio della pandemia, nel marzo 2020, aveva previsto con lungimiranza che sarebbero rimaste a lungo nei bilanci; per questo sono state adottate delle migliorie gestionali, favorendo la transizione digitale e riorganizzando, dove possibile, le attività quotidiane».
La cooperativa sociale Monteverde lancia ora un appello alla comunità, chiedendo di continuare a sostenerla attraverso uno strumento semplice e a costo zero per i contribuenti: il 5×1000. «Questa è un’entrata fondamentale per la nostra organizzazione, che da 36 anni si occupa di sociale nel territorio dell’Est veronese e della Lessinia – sottolinea Stefania Toaldo, referente dell’ufficio Progettazione e sviluppo di Monteverde –. Facendo questa scelta al momento della dichiarazione dei redditi, la comunità partecipa alla costruzione e al mantenimento dei servizi, che hanno una ricaduta positiva per tutti: è così che si coltiva il bene comune, tutti insieme, un pezzetto per ciascuno». Basta inserire il codice fiscale di Monteverde (01880230238) e mettere una firma che non costa nulla, ma che si traduce in servizi concreti per le persone con disabilità, per i bambini con dei bisogni educativi e per le loro famiglie.
“Momenti di bene comune” è lo slogan che accompagna la campagna di sensibilizzazione sul 5×1000 avviata dalla cooperativa con affissioni sulle strade, in queste settimane. Il tema richiama il calendario 2022, incentrato sulla sostenibilità integrale: possibile solo se la sostenibilità economica va di pari passo con quella sociale e ambientale. «Crediamo che la sostenibilità o è integrale, e parte dagli interessi delle comunità, oppure non è sostenibilità per nessuno», chiarisce Toaldo.
«In mezzo a tante emergenze, da quella sanitaria a quella umanitaria legata alla guerra in Ucraina, non dimentichiamo i servizi ordinari», esortano i referenti della cooperativa.
CHI È MONTEVERDE E COSA FA
La cooperativa sociale Monteverde di Badia Calavena è nata il 27 maggio 1986. Fondata a San Zeno di Colognola ai Colli, ha mosso i primi passi in una piccola casa donata alla parrocchia; negli anni ha continuato ad ampliare il suo raggio d’azione, rispondendo ai bisogni delle comunità dell’Est veronese e della Lessinia.
La cooperativa, di tipo A, conta un centinaio di utenti nell’area disabilità, fra persone che frequentano i centri diurni, che sono impegnate nei laboratori rieducativi per disabilità lievi o coinvolte in progettualità territoriali. Nell’area minori e famiglia, invece, i beneficiari delle attività della cooperativa sono circa 1.500, fra prese in carico dirette e minori incontrati nelle scuole. Un’ottantina sono i lavoratori che ruotano attorno a questa realtà.
La cooperativa ha la sede principale a Badia Calavena (centri diurni e attività educative), ma opera anche a Tregnago (con i laboratori di carta, assemblaggio e confezionamento per conto terzi, accanto ai quali c’è la Fucina della solidarietà, dove si acquistano i prodotti della cooperativa), Vago di Lavagno (servizi psicoeducativi), Caldiero (laboratorio marcatura laser) e San Bonifacio (consulenza psicologica).
Per ulteriori informazioni: www.monteverdeonlus.it