La Fondazione Fioroni si arricchisce di un nuovo straordinario reperto storico.
Si tratta di una rintracciata sul mercato antiquario internazionale e risalente alla metà del ‘700.
Il documento costituisce una rappresentazione fedele dell’impianto urbanistico della città al tempo del Salieri.
Verrà esposta nel Salotto dorato del Museo e sarà a disposizione del pubblico.
“Oggi è un giorno importante per il Museo”, ha sottolineato il Presidente della Fondazione Fioroni Luigi Tin in occasione della presentazione della mappa alla stampa. “Il testamento della signorina Maria Fioroni all’art. 6 prevede la possibilità di arricchire il patrimonio della Fondazione attraverso acquisizioni di materiale storico. Per noi è un impegno morale acquisire beni per valorizzare ulteriormente il Museo. E’ un segnale di svolta”.
“Il nostro obiettivo è di aggiungere qualcosa al patrimonio museale ogni anno, tenuto conto delle disponibilità del Comune”, ha sottolineato il Sindaco Lorenzetti.
“Questa documento è straordinario perchè è una mappa militare”, ha spiegato il Direttore della Fondazione Fioroni Federico Melotto, “infatti nella legenda sono indicati solo gli edifici militari, non quelli religiosi. Inoltre è di origine francese, perchè la cartografia veneta indugiava molto sull’estetica che ai cartografi francesi non interessava. Non può essere antecedente alla metà del ‘700 per la precisione catastale con cui è stata realizzata. Nella metà del ‘700 ci furono due guerre: la guerra di successione polacca e austriaca, che sconfinarono in Italia attorno al Po. E’ possibile che l’esercito francese, il più avanzato in Europa sul piano della realizzazione di mappe militari, si fosse procurato una mappa veneta della Repubblica di Venezia e l’abbia ricopiata in previsione dell’invasione Napoleonica del 1796. Quindi l’ipotesi è che si tratti di un piccolo caso di spionaggio militare, perchè una mappa realizzata con una perizia del genere può essere stata fatta solo da qualcuno presente fisicamente a Legnago. Inoltre la mappa è stata localizzata sul mercato francese e faceva parte di un lotto acquistato da un commerciante di antichità che l’ha poi proposta ad un antiquario veronese e successivamente rintracciata da Roberto Dal Cer che l’ha segnalata a noi”.