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Niente di nuovo, vince Tavecchio

Il calcio italiano è famoso per scrivere pagine nere, ricordiamo le uccisioni di Raciti, di Spagnolo e per ultimo di Ciro Esposito, le sconfitte incredibili con l’Irlanda del Nord oppure con la Corea e, oggi, sempre per non smentirsi, ha voluto confermarsi vecchio, logoro, legato a schemi obsoleti e ha premiato il corporativismo più becero e scandaloso. L’elezione dell’ultrasettantenne Tavecchio ha voluto premiare gli intrallazzi e i maneggiamenti di Lotito suo padrino assoluto. Mi meraviglio che società che fanno della modernità, della ricerca di un’immagine sana e pulita (come l’Hellas e Chievo), abbiano sposato questa logica perversa che porterà solo danni e nessun risultato futuro. Forse aveva ragione Tommasi di Lampedusa quando diceva che si punta a cambiare tutto per non cambiare niente e, questo è stato fatto. Il calcio, lo sport più seguito e praticato in Italia ma, che ha il più alto numero di società in difficoltà economiche, con aiuti fiscali che avrebbero risistemato centinaia di aziende (ricordiamo lo spalmare le tasse in dieci anni con la Lazio, guarda caso, la più privilegiata) non ha voluto rinnovarsi ha proseguito sulla falsariga di tutti questi anni sposando le vecchie logiche clientelari e maneggione tanto care a Carraro, Abete e adesso Tavecchio. Oggi 11 agosto 2014 nuova grande vergogna del calcio di casa nostra!!!

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