Metti un pomeriggio di giugno, metti 30 gradi e l’asfalto che bolle sull’autostrada A4 Milano-Venezia: le uscite del Benaco sono solo un miraggio…si tira dritti perché quello che ci interessa non è tanto la frescura dell’ambiente lacustre ma qualcosa che si potrebbe trovare più in là. Si va via dritti nonostante il traffico, una piccola sosta all’autogrill e finalmente ecco il cartello“Assago – Summer Arena”: proprio quello che cercavamo. Ed allora caldo, afa, una miriade di magliette nere sudate e tanto ma tanto bordello: questo è il Sonisphere Festival.
Gojira, Meshuggah, Faith No More con un Mr. Patton alquanto sboccato ma allo stesso tempo “alquanto” nella normalità…e poi loro, i veri protagonisti: James, Kirk, Robert e Lars quel quartetto Statutinitense che dal 1981 travolge, sconvolge, emoziona: Metallica.
Aggiungiamoci poi i che non è neanche la prima volta che li vediamo dal vivo, non è neanche la seconda e neanche la terza, a dir la verità forse abbiamo perso anche il conto; ma ora come allora, ogni volta, anche stavolta, hanno stupito.
The ecstasy of gold (Morricone) come sempre ad aprire, con quella scena de “Il buono, il brutto e il Cattivo”, che non ci stancheremo mai di vedere con Tuco nel cimitero, alla ricerca disperata della lapide con sopra il nome di Arch Stanton. Poi Fuel, una Metal Militia ai 1000 all’ora, Unforgiven 2 e via via con 18 pezzi…o meglio bombe, lanciate a grappolo sul pubblico del Sonisphere Festival 2015, le ultime due più potenti: Enter Sandman, preceduta dall’immancabile Nothing Else Matter che ha scaldato il cuore dei fan, anche se non ce n’era bisogno, specialmente ai 100 più fortunati che hanno potuto seguire tutto il concerto direttamente sul palco.