I Negrita hanno sempre un sapore romantico, per noi che li ascoltavamo 20 anni fa e che ancora adesso li seguiamo, nonostante le temperature torride di questa estate che non lascia tregua. Per la verità al castello di Villafranca l’aria era respirabile, la brezza accompagnava la band aretina, salita sul palco al tramonto per accendere al meglio la notte dei 3600 presenti. Già che si parla di numeri sono stati 23 i pezzi sciorinati da Pau & co. in rapida sequenza e senza perdersi in parole senza note. Un concerto più melodico che rock, qualche pizzico di quel funky degli esordi che tanto manca alla scena musicale italiana e via, scorrono languidi i pezzi tra una ballata e l’altra, a ripercorrere un po’ tutta la loro carriera. Le luci si accendono con Mondo politico e ci si inizia a scaldare, per modo di dire visto il termometro, con In ogni atomo. Arriva anche Cambio, in versione morbida e Brucerò per te, si riballa con Radio Conga e si ribolle con Bambole, per poi passare a Magnolia e Rotolando verso sud; si riprende ritmo con A modo mio per poi cullarsi grazie ad Ho imparato a sognare . Seguono 4 bis, si canta con Mamma ma è con la loro Gioia infinita che si va a chiudere la prima data del tour estivo dei Negrita.