Nemmeno con il Genoa, l’Hellas Verona riesce a ritrovare la vittoria e non va oltre il pareggio al Bentegodi. Delneri che, proprio all’ultimo ha perso Gollini, schiera in porta Coppola, recupera solo Pisano degli infortunati e, l’ex Palermo, gioca sinistra con Sala confermato a destra. A centrocampo Wszolek e Greco sono esterni con Ionita e Hallfredsson centrali mentre Rabic affianca Pazzini in avanti. Dopo un periodo di studio, poco prima del ventesimo, i rossoblù passano in vantaggio. Halfredsson di fisico mette giù Dzemail, ai venti metri, il tiro di Suso colpisce il palo poi il fondoschiena di Coppola, e finisce, per la più beffarda delle autoreti, in fondo al sacco. Sulla ripartenza un traversone di Wszolek è deviato, appena sopra la traversa, da Ionita. Superato il leggero sbandamento, l’Hellas riprende in mano la gara e, al quarantesimo, pareggia. Hallfredsson mette in profondità per Ionita che, dal fondo, serve Pazzini che di piatto insacca. La ripresa vede in campo Gomez per un opaco Rebic. I gialloblù attaccano a tutto organico ma la difesa genoana, pur con grande affanno, riesce a salvarsi. Delneri richiama Greco per Siligardi e, proprio l’ex livornese, lancia Wszolek che salta Perin ma poi non inquadra la porta. Prima della mezzora due situazioni importanti per l’Hellas prima, il tiro di Hallfredsson, su punizione, è respinto con un braccio da Cerci, ma per l’arbitro è tutto regolare quindi, un’improvvisa girata di Juanito, è miracolosamente respinta da Perin. Esce un volenteroso Wszolek per l’ex Jankovic. Sul finire un gran tiro di Siligardi è rinviato dal portiere verso Pazzini anticipato incredibilmente da un difensore. Termina ancora senza vittorie lo sfortunato campionato dell’Hellas che da ben ventuno giornate non può festeggiare e, con la vittoria del Troyer, nel campionato francese, rimane l’unica squadra, dei massimi campionati europei, orfana di successi. Terza rete, seconda consecutiva, ma prima su azione, di Pazzini. Bene, nonostante il goal subito, la difesa, buono il centrocampo anche se, talvolta, rallenta un po’ troppo le ripartenze. Moto perpetuo Ionita. Non bene l’arbitraggio dell’internazionale Rocchi che, nel primo tempo, fischia anche i colpi d’aria mentre nella ripresa dimentica il fischietto negli spogliatoi. Il braccio di Cerci sulla punizione era sì, attaccato al corpo, ma il tronco si è piegato proprio per cercare il pallone.