“Veronesi tutti matti” si dice e, l’Hellas per mantenersi fedele al detto, batte, al Bentegodi la Juve. Gigi Delneri, per la partita d’addio al calcio giocato di Luca Toni, presenta, in difesa, il duo Bianchetti, Helander al centro, ed Emanuelson, come esterno sinistro. A centrocampo, Viviani, play, con a fianco Ionita e Morrone, mentre Wszolek e Siligardi supportano Toni, in avanti. La Juve, fresca del quinto scudetto consecutivo e imbattuta dall’ottobre scorso con dieci vittorie consecutive e venticinque successi nelle ultime ventisei gare, si presenta un po’ rabberciata per infortuni e squalifiche ma è sempre una compagine di assoluto prestigio. La prima mezzora trascorre senza particolari squilli se si escludono le ammonizioni di Siligardi e Marrone, da una parte, e di Zaza dall’altra. Negli ultimi dieci minuti si scatena l’inferno. Prima Luca Toni colpisce la base del palo, su ottimo servizio di Siligardi, poi Dybala sfugge alla difesa e sfiora, di pochi centimetri, il palo, alla sinistra di Gollini, quindi, dopo una punizione di Viviani, Alex Sandro entra scompostamente su Pisano e, l’arbitro Maresca, vicinissimo all’azione, decreta il rigore ammonendo il difensore bianconero. Va sul dischetto Toni che, con calma glaciale, batte Neto con un perfetto “cucchiaio”. Si va al riposo con l’Hellas in vantaggio fra il tripudio degli oltre ventitremila tifosi. La ripresa vede le squadre ripresentarsi in campo nelle medesime formazioni e subito la Juve impegna, con Rugani, Gollini con un tiro dalla lunga distanza ma, all’ottavo, Luca Toni recupera un pallone sulla tre quarti e lancia Ionita che, dopo una stupenda cavalcata, di una cinquantina di metri, serve, con una magia, Viviani, solissimo, al limite dell’area, e, la botta del centrocampista scaligero, annichilisce Neto. Al quarto d’ora Gollini è straordinario a deviare sul palo una botta di Zaza, il più pericoloso e intraprendente dei bianconeri. Poco prima del ventesimo Ionita, ancora servito da Toni, chiama al miracolo Neto. Iniziano le sostituzioni e Delneri richiama prima, un ottimo Siligardi per Romulo, che immediatamente cerca di mettere in difficoltà la sua ex squadra, quindi Morrone per Greco. Zaza riesce a battere Gollini ma, in chiara posizione di fuorigioco, rilevata dal collaboratore dell’arbitro. A cinque minuti dalla fine l’emozione e la commozione prendono tutti gli spettatori con l’uscita di scena, dopo oltre vent’anni di grandissimo calcio, di Luca Toni, al suo posto Juanito Gomez. In pieno recupero Alex Sandro si becca il secondo giallo e anticipa i compagni negli spogliatori mentre, proprio un attimo prima del triplice fischio, Helander commette fallo su Zaza e Maresca decreta il secondo penalty che Dybala trasforma. La fatal Verona che tanti lutti sportivi ha portato al Milan colpisce anche i campionissimi della Juve che, negli ultimi tre anni, al Bentegodi, hanno raccolto due pareggi, per due a due,
e una sconfitta. L’onore, come si dice in queste situazioni, è salvo ma anche il detto “se non ie mati no li volemo” calza a pennello!