Un’Hellas Verona a dir poco commovente strappa un meritato pareggio al debutto al Bentegodi contro il Bologna. La gara inizia con un momento di grande intensità emotiva quando l’altoparlante annuncia la presenza di Sinisa Mihajlovic. L’allenatore serbo, reduce dal primo ciclo di chemioterapiche, si presenta in panchina per sostenere e guidare la propria squadra. Caloroso l’applauso degli oltre sedicimila spettatori. Juric apporta pochi ritocchi alla formazione che era uscita sconfitta in Coppa Italia. In difesa sceglie Dawidowicz per Empereu con Rrahamani e Kubulla. Confermati i quattro di centrocampo, con Faraoni e Lazovic, sugli esterni e Henderson e Veloso, centrali. I due trequartisti sono Verre e Zaccagni, per Tutino, che diventa la punta in sostituzione di Tupta. Pronti via e l’Hellas corre un pericolo grossissimo. Kubulla, appena dentro l’area, scivola maldestramente, anche per il terreno stranamente insidioso, e lascia via libera a Palacio, fortunatamente Silvestri esce a valanga e salva tutto. Superato il primo momento, la squadra cresce e Tutino tenta, dai venti metri, ma la palla sfiora l’incrocio dei pali. Poco dopo il decimo, un lungo lancio per Orsolini sorprende Dawidowicz che, cercando di recuperare, scivola e travolge il bolognese. L’arbitro non ha esitazione a indicare il rigore e, dopo qualche istante, alza il cartellino rosso per il polacco, nonostante la posizione fosse un po’ defilata. Batte Sansone e supera Silvestri che aveva intuito la direzione. Juric richiama immediatamente Zaccagni e lancia, per il debutto in gialloblù, l’ex Spartak Mosca, Bocchetti. Un certo nervosismo colpisce i gialloblù e l’arbitro non fa nulla per evitarlo anzi ammonisce, al primo fallo, Henderson. Poco prima del venticinquesimo Soriano scatta, sul filo del fuorigioco, ma Silvestri salva in angolo. Sul secondo angolo consecutivo Verre mette giù, proprio al limite destro dell’area, Sansone che batte la conseguente punizione che finisce altissima. Poco dopo la mezzora i gialloblù escono dal guscio e un lancio in profondità per Lazovic è fermato dai difensori felsinei. Un minuto dopo fallo, al limite dell’area del Bologna, molto simile a quello precedente contro l’Hellas. S’incarica di batterlo Veloso che disegna una parabola fantastica con la palla che va a togliere le ragnatele dall’incrocio vanificando il volo del portiere. Il Bologna risponde subito e ci vuole un doppio grande intervento di Silvestri per neutralizzare l’affondo di Sansone. Al quarantacinquesimo Henderson, dal cerchio di metà campo, cerca il gran goal, visto il portiere fuori dalla porta, ma il pallone sorvola di una spanna la traversa. In pieno recupero un pericoloso traversone di Soriano e deviato di testa da Orsolini che non inquadra la porta. Si va al riposo in parità con un Verona in sofferenza ma sempre molto determinato. Dopo pochi minuti dalla ripresa del gioco Juric richiama un discreto Verre per il debutto assoluto nel campionato italiano dell’olandese, nazionalizzato marocchino, Amrabat. Il neo entrato, dopo pochi minuti dimostra di che pasta è fatto. Si catapulta su ogni pallone, lotta da indemoniato contro tutti e tutto e, si candida a diventare l’idolo dei tifosi. Non teme le reazioni dei difensori e l’arbitro è costretto a richiamare sia lui sia i bolognesi a maggior tranquillità. Il Bologna mette dentro tutte le sue bocche da fuoco, prima Santander quindi Destro ma la difesa scaligera regge con grandissima autorità. Un errore di Faraoni, forse l’unico della partita, permette a Orsolini di effettuare un pericoloso traversone che attraversa tutta l’area, ma finisce sul fondo. La difesa regge e ogni qualvolta la squadra esce cerca il lungo lancio per Tutino che con una velocità e resistenza incredibile mette in ansia i felsinei. Standing ovation, al quarantesimo, quando Juric lo richiama per Gunter. Negli ultimi minuti, compresi i quattro di recupero, nessun pericolo per i gialloblù che iniziano con un meritato e convincente pareggio questa nuova avventura nel massimo campionato dove hanno saputo difendendosi, con grande intensità, per oltre ottanta minuti in inferiorità numerica. Straordinarie le prove di Kubulla, in difesa, di Veloso a centrocampo e di Tutino in avanti. Debutti con i fiocchi di Bocchetti e di Amrabat. Domenica, insidiosa trasferta a Lecce dove la squadra dovrà dimostrare tutto il carattere che l’allenatore gli ha trasmesso e che questa sera è risaltato al massimo. Intanto, nei prossimi giorni, dovrebbero arrivare nuovi rinforsi, soprattutto in avanti.