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Al Teatro Nuovo di Verona la lezione-spettacolo “I MOTI DEL ‘53”

Con gli storici Giuseppe Parlato e Davide Rossi e gli attori Maria Grazia Plos e Giacomo Andrea Faroldi. Saranno ricostruiti quei tragici giorni del novembre 1953 quando i triestini insorsero per rivendicare la loro appartenenza all’Italia. Ingresso libero.

 

Giovedì 15 febbraio alle 18.30 al Teatro Nuovo è in programma “I moti del ‘53”, lezione-spettacolo sulla “rivolta di Trieste”, un evento poco noto della storia del Novecento. A ricostruire quei tragici giorni d’inizio novembre del 1953 saranno gli storici Giuseppe Parlato (Università “La Sapienza” di Roma) e Davide Rossi (Università di Trieste, dipartimento di Storia del diritto medievale e moderno) e agli attori Maria Grazia Plos e Giacomo Andrea Faroldi. La lezione-spettacolo – che è a ingresso libero – è curata da Paolo Valerio ed è realizzata dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Lega Nazionale di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e con la co-organizzazione del Comune di Trieste e dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La messinscena veronese si avvale della collaborazione del Teatro Stabile di Verona, del Comune di Verona e del Rotary Club Verona Est.
Attraverso cinegiornali d’epoca, passi recitati dagli attori, pagine di giornali di allora e soprattutto attraverso i resoconti e le riflessioni di Parlato e di Rossi, saranno ripercorsi tutti gli eventi che portarono i triestini a insorgere per rivendicare la loro appartenenza all’Italia e i momenti tragici della rivolta che fu repressa nel sangue. A reprimerla (sei morti tra cui due studenti quindicenni e centinaia di feriti) fu il nucleo mobile antisommossa della Polizia Civile istituita dal Governo Militare Alleato. Formata da agenti e sottufficiali italiani, si avvaleva di ufficiali angloamericani che ne definivano l’orientamento sia militare che politico. Perché si arrivò a questo scontro? Con la fine della seconda guerra mondiale l’Italia aveva perso la Venezia Giulia. Col Trattato di pace del 1947 era nato il TLT, Territorio Libero di Trieste: uno stato indipendente sotto l’egida dell’ONU, destinato a fungere da cuscinetto fra Italia e Jugoslavia. Per disaccordi tra gli Alleati, il TLT fu diviso in due zone: la zona A, governata dal Governo Militare Alleato, e la zona B, sotto l’amministrazione militare jugoslava. Il 3 novembre 1953, in occasione dell’anniversario dell’annessione di Trieste al Regno d’Italia avvenuta nel 1918, il sindaco (anche per le voci che circolavano di una possibile cessione alla Jugoslavia di tutto il TLT) espose la bandiera tricolore sul pennone del municipio. Immediatamente alcuni ufficiali inglesi intervennero per rimuoverla e requisirla: per i triestini fu la scintilla della rivolta che scoppiò il giorno dopo e durò fino al 6 novembre. L’effetto di quei moti del ’53 fu che di lì a un anno, nel 1954, il memorandum di Londra assegnava all’amministrazione civile italiana la zona A e all’amministrazione civile jugoslava la zona B.
Per la cronaca, nel 2004 le sei vittime dei moti del ’53 sono state insignite della medaglia d’oro al valor civile dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

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