Un Hellas Verona addirittura inguardabile subisce una durissima sconfitta al Vigorito con il Benevento. Pecchia che ha Nicolas e Fares squalificati oltre a Matos infortunato, fa debuttare a difesa della porta, in campionato, Silvestri, decide di confermare la difesa che era stata asfaltata a S. Siro dall’Inter, a centrocampo con Romulo e Calvano agiscono Buchel e Verde mentre in avanti, fuori Petkovic, gioca dal primo minuto Cerci con Valoti alle spalle. Dopo qualche minuto di studio sono i campani a prendere in mano le redini del gioco mentre i gialloblù arretrano, senza mai mettere pressione, e aspettano gli avversari al limite dell’area. Solo dopo venti minuti di supremazia imbarazzante l’Hellas esce dal proprio guscio e Cerci, arrivato sul fondo, traversa ma Valoti non arriva in tempo. Calvano intanto rimane a terra per un problema all’inguine ed è costretto a bordo campo. Sull’azione successiva Letizia, parte dalla propria metà campo, si avvicina, completamente libero, al limite dell’area, dove prende la mira e con il destro mette all’incrocio dei pali. Incolpevole Silvestri. Calvano non rientra e al suo posto entra Felicioli. Prima della fine del tempo Iemello si presenta solo davanti a Silvestri che lo neutralizza. Il tempo si chiude sotto di una rete ma con una squadra remissiva, senza mordente, in balia degli scatenati campani. Non rientra, nella ripresa Valoti, al suo posto Petkovic che, dopo due minuti, va in goal, ma la rete è annullata per il fuorigioco di partenza di Cerci. Sale in cattedra Silvestri che sembra esser il solo a giocare e a confrontarsi con gli avversari. Dopo una ventina di minuti d’assedio il Benevento raddoppia con Diabatè che colpisce la traversa con la palla che ricade oltre la linea. Esce uno spento Cerci per Fossati. La musica non cambia e sempre il Benevento a fare la partita e, a cinque dalla fine, Diabatè da centro area firma la sua personale doppietta. Sconfitta pesantissima, indegna per una squadra che dovrebbe lottare per non retrocedere. Aldilà della pochezza tecnica dei protagonisti è assolutamente impossibile non fare mai un tiro nello specchio e due soli verso la porta. Poteva e doveva essere la gara del segnale della rinascita può invece rappresentare la fine delle speranze.