Un brutto Chievo è battuto, al Bentegodi, da una Lazio non trascendentale ma estremamente cinica. Corini conferma la stessa formazione che bene si era comportata al S. Paolo. I primi minuti sono di studio per le due squadre ma, al quinto, Keita con un’azione insistita conquista il fondo quindi traversa per Candreva che si sistema, indisturbato, il pallone, al limite dell’area piccola, e batte un incolpevole Puggioni. I clivensi prendono in mano il bandolo del gioco ma, la loro scarsa precisione nei passaggi e, soprattutto, nel controllo della palla, impedisce di rendersi pericolosi dalle parti di Berisha. La fortuna non è nemmeno amica di Corini che è costretto a sostituire, per problemi fisici, dopo solo un quarto d’ora, Dainelli con il neo acquisto Canini e, al quarantesimo, il vivace Hetemay con il compassato Radovanovic. La fisionomia del gioco non cambia nella ripresa ma, la continua imprecisione, la scarsa mobilità degli avanti e la mancanza d’idee clivensi non modificano il risultato anzi, ogni volta che gli azzurri laziali vanno sulle fasce, sono dolori per la difesa. Corini, al sedicesimo, tenta la carta Pellissier per Bentivoglio ma, dopo una decina di minuti, un tiro, non irresistibile, del solito Keita, deviato da Canini, finisce alle spalle di Puggioni. La buona volontà non manca ma la partita termina senza che i clivensi abbiano effettuato un solo tiro nello specchio della porta laziale. Incolpevole Puggioni, sufficienza, per l’impegno, a Dramé e, fino a quando è rimasto in campo, a Hetemay, insufficienti tutti gli altri.