«Rosicate o cantate?» Alla sua prima Giornata mondiale della gioventù come vescovo di Verona, monsignor Domenico Pompli ha incontrato per la prima volta questa mattina gli oltre 1200 giovani veronesi nella chiesa di Nossa Senhora da Natividade, nella parrocchia di São José gestita dall’Opera don Calabria a Lisbona
Pompili ha svolto una riflessione sul Magnificat, il canto che intona la Madonna e che esprime tutta la gioia di chi si sente visitato da Dio. Ispirato al versetto evangelico «Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39), che fa da filo conduttore alla Gmg 2023, mons. Pompili ha affermato: «Nella casa di Elisabetta c’è l’incontro tra un’anziana signora e una giovane, Maria. La prima è stupita da una fanciulla che le si fa accanto e si prende cura di lei, la seconda letteralmente canta. La scienza ci dice che cantare fa bene – ha sottolineato Pompili – anche a livello fisiologico, psicologico. C’è sempre meno gente che canta sotto la doccia o fischietta da solo, perché come dice il Salmo, come possiamo cantare se siamo in terra straniera, se non abbiamo un motivo…perché cantare è sempre d’amore». Pompili ha condiviso con i giovani veronesi una constatazione: «La vostra è una generazionefragile. È forse la prima che si accorge di essere spaesata, nessuno vi fa sentire a casa. Maria canta a squarciagola perché si è sentita guardata da Dio: Lui non è cieco, mi vede, mi riconosce. Abbiamo sostituito l’occhio di Dio con quello del Grande fratello, che è davvero giudicante, che mette in competizione: lo sguardo di Dio invece è liberante».
Di qui una considerazione che ha scosso i giovani veronesi: «La lode è il fine della nostra vita perché ci permette di godere tutto quello che abbiamo: è il contrario dall’invidia, che è enfatizzatadal nostro mondo, il quale sembra tollerante invece è meschino perché abbiamo smarrito lo sguardo di Dio, che rende il mondo bello, incantato». A questo punto Pompili ha sfidato i giovani con una domanda: «Chiedetevi: “rosicate” o cantate? Sentite lo sguardo amorevole del Dio di Gesù Cristo o di un Dio che ci sono fatti a nostra immagine e per questo giudicante? Prediligo i vincenti o mi impegno per la giustizia?».
«Già la vostra presenza qui a Lisbona costituisce un elemento di innovazione – ha concluso il vescovo -. Vi auguro che possiate tornare da questo incontro mondiale dando un contributo significato alla società e alla Chiesa».