All’indomani del deludente pareggio di Ferrara sono già partiti, quando mai erano finiti, gli ululati dei denigratori e dei contestatori di Fabio Pecchia come se il risultato fosse esclusivamente colpa sua. Sinceramente, questa volta, non mi sento di giustificare al 100% l’allenatore, anche se le scelte da lui fatte potrebbero avere un senso. Dopo un primo tempo discreto, l’Hellas è partita con il piede giusto, nella ripresa, e, per la prima volta quest’anno, ho visto una squadra aggressiva, determinata e, per certi versi, autoritaria. Mi sembrava la ripetizione della gara dello scorso anno a Ferrara quando, all’intervallo, alcuni colleghi locali si meravigliavano della presenza dei gialloblù nella categoria cadetta. Il doppio vantaggio, la seconda volta quest’anno, sembrava aver messo le ali alla squadra mentre gli spallini erano costernati, disorientati e, ormai, con le spalle al muro. Il cambio di Kean, avvenuto, sul primo vantaggio, è stato, credo un segnale, di voler controllare la partita invece di cercare di chiuderla definitivamente e la cosa, aldilà della rete successiva di Caceres, ha ridato fiducia ai ragazzi di Semplici. Il cambio di Cerci con il Pazzo è stato corretto, anche perché l’ex granata, aveva dei problemi fisici, ma, quello di Verde è stato sicuramente interpretato come il desiderio del Verona di chiudere lì la competizione e pensare ad altro. La decisione di Pecchia, che rispecchia le scelte che molte, troppe volte, nel passato, come nel presente, diversi allenatori italiani hanno fatto e fanno, lo stesso Trap più volte si è comporto così, si è rivelata nefasta. Valoti, che, lo scorso anno a Ferrara aveva incanto, non si è nemmeno tolto la tuta, Calvano poi credo non sia mai arrivato nemmeno a toccare un pallone e, se a queste due sostituzioni, che certamente hanno tradito la fiducia del mister, si aggiungono gli incredibili, disastrosi, inspiegabili errori dei due centrali difensivi, ecco che la frittata è servita. In Inghilterra dove, in questo momento, si gioca il calcio più spettacolare, difficilmente una squadra, pur in vantaggio di due reti, tira i remi in barca e cerca, se ci riesce, di andare ancora in goal per la soddisfazione propria e dei propri tifosi. Il nostro calcio sparagnino e scientifico, all’esasperazione, porta a queste conseguenze. Per concludere, pur avendo ancora fiducia in una ripresa, credo che il mister debba inculcare nei propri ragazzi una mentalità vincente in assoluto e non quella del risparmio e della gestione del risultato dove la squadra, anche per i modesti mezzi tecnici che ha, non può reggere. Romulo è un valido esempio. Nelle valutazioni di fine partita sono stato piuttosto severo nei giudizi dei due centrali ma, sono sicuro, viste le loro potenzialità che sapranno risorgere, che copino, e non è una bestemmia, dai centrali del Chievo, la scorsa settimana sul banco degli imputati con l’Inter, e ieri perfetti interpreti con la Roma.