Il campionato va in ferie, quest’anno dopo la prima giornata di ritorno, e riprenderà nella settimana del 20/21. L’Hellas ha chiuso il 2017, che coincideva con la fine del girone d’andata, con la dignitosa sconfitta casalinga con la Juve e ha iniziato il nuovo anno e girone di ritorno, a casa della capolista Napoli. Non credo che nessun tecnico, o perlomeno chi di calcio un po’ se ne intende, avrebbe affrontato la gara con spirito di giocare alla pari, cosa che, visti i valori in campo, era assolutamente impossibile, andando incontro a rischi clamorosi con la possibilità di subire anche una mortificante e distruttiva, per il morale, goleada. Per un’ora la squadra, anche con un pizzico di fortuna, ma questa è necessaria, ha retto. Poi una decisione, che mi trova completamente in disaccordo, del mediocre arbitro Abisso, ci ha fatto precipitare nell’abisso. Nel replay televisivo si vede Koulibaly, un mandingo di quasi due metri e oltre novanta chili, saltare appoggiando una mano sulle spalle di Caracciolo, impossibilitato quindi a saltare, e finire addosso a Nicolas. Il regolamento attuale, che non è più quello inglese di una volta dove la forza fisica degli attaccanti aveva la priorità, decreta che il portiere, nella sua area deve essere tutelato mentre non è consentito saltare appoggiandosi a un avversario. Purtroppo con l’arbitro palermitano, già scarso di suo, l’Hellas non è fortunato e gli esempi dello scorso campionato lo stanno a dimostrare. Tornando alla partita, con la rete convalidata, dopo oltre cinque minuti di sosta per sedare le proteste, con allontanamento dal campo di Pecchia e Corrent e l’ammonizione di Caceres, il Napoli si è tranquillizzato e ha potuto, anche per lo scoramento scaligero raddoppiare e portare a casa il risultato. Formazione gialloblù. Confermata la difesa che si era discretamente comportata con la Juve mentre a centro campo, fuori Zuculini per infortunio, dentro Fares con Bessa ad affiancare Buchel. Il mancato impiego di Pazzini non dovrebbe, ormai, far più notizia. La società intende, come intendeva quest’estate, togliersi un ingaggio pesante, voluto da Bigon e Gardini, e quindi cerca di lanciare, per quanto è possibile Kean. L’inserimento di Valoti, fino a questo momento, non ha dato i risultati sperati e, del bel giocatore che lo scorso anno imperversava in B, non vi è traccia, situazione simile per Bessa. Quindi non credo che vi fossero altre soluzioni. Nella ripresa non è possibile nemmeno dare la croce addosso a Pazzini perché, dopo aver percorso metà campo, circa 60 metri, palla al piede, con i due mastini napoletani ai fianchi difficilmente, uno della sua struttura, riesce ad avere la forza di calciare il pallone in modo positivo. Quindi, a mio modesto giudizio, nulla da imputare a Pecchia ma solo a richiedere, a gran voce, alla società di correre ai ripari. Nel mercato di gennaio non sempre si trovano le soluzioni ai problemi ma bisogna provare. I due nomi che vanno per la maggiore, Matos e Petkovic, pur essendo discreti giocatori non sembrano avere le caratteristiche necessarie a risolvere le carenze scaligere. Un vecchio adagio dice << Un portiere che para e un attaccante che segna>> quindi con Nicolas, certamente non un fenomeno ma nemmeno una schiappa, guardare le altre squadre per credere, ci vuole uno che segni e i due indicati non sono mai stati aficionados dei tabellini dei marcatori. Ci sono diciotto giornate da giocare e l’Hellas può e deve trovare le forze per salvarsi con l’aiuto e il sostegno di tutti, tifosi e media in primis, perciò come diceva D’Artagnan <Tutti per uno, uno per tutti!>