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Jonas Kaufmann fa il suo atteso debutto in scena all’Arena di Verona come Radamès in Aida

Per la prima volta il grande tenore Jonas Kaufmann, conclamata stella dell’Opera, calca l’immenso palcoscenico areniano per una produzione operistica integrale: lo fa interpretando l’impegnativo protagonista maschile di Aida, titolo simbolo dell’Anfiteatro sin dal 1913, con un cast internazionale diretto da Daniel Orennell’allestimento aureo di Franco Zeffirelli, con i costumi di Anna Anni e le coreografie di Vladimir Vasiliev.

 

La prima volta di Jonas Kaufmann all’Arena di Verona è stato il celebre gala annunciato da tempo e tenutosi finalmente nel corso del Festival 2021: in un anfiteatro gremito, il grande tenore bavarese aveva incantato il pubblico con arie dal repertorio operistico italiano, da Verdi a Giordano, iniziando il programma con Wagner, in ampi brani dal primo atto di Die Walkűre, un unicum nella storia areniana. L’accoglienza fu trionfale e la serata si concluse solo dopo l’esecuzione di ben sette fra bis e fuori programma richiesti a gran voce.

Ad un anno di distanza, e annunciato a sorpresa solo poche settimane fa, Jonas Kaufmann, richiesto dai teatri di tutto il mondo proprio per l’intensità e la profondità delle sue interpretazioni dal punto di vista attoriale oltre che vocale, si cimenta con un’opera intera in forma scenica all’Arena di Verona e lo fa con un ruolo tenorile fra i più impegnativi del repertorio verdiano e operistico in generale. Verdi scrisse infatti Radamès, protagonista maschile di Aida(1871), pensando alla complessità di un giovane costretto a maturare in fretta, guerriero ambizioso ma anche segretamente innamorato della figlia del re nemico. Per tutta l’opera gli accenti teneri dell’amante si mescolano a quelli marziali imposti dalla ragion di stato, compreso il matrimonio combinato con la figlia del Faraone. Il grande tenore ha affrontato integralmente il ruolo nella sua Monaco nel 2015, stesso anno della premiata incisione a Santa Cecilia, quindi per un concerto a Napoli e di nuovo in scena solo a Parigi. La sua presenza sull’immenso palcoscenico areniano si presenta dunque come un evento irripetibile per appassionati e curiosi da tutto il mondo.

Commenta così Jonas Kaufmann: «Sono molto felice di questo debutto in Arena; cantare in un luogo così suggestivo e carico di storia mi emoziona molto, senza contare che mi esibirò in un ruolo che mi è assai caro, perché Radamès è un uomo complesso diviso tra il senso del dovere e l’amore per la patria da un lato e il cuore dell’amante dall’altro. Ringrazio il Sovrintendente Cecilia Gasdia per avermi chiamato a Verona per questa recita straordinaria, in attesa del ritorno nel 2023 per il Festival numero 100…e molto altro ancora».

 

Un nuovo debutto stagionale accanto a Jonas Kaufmann riguarda proprio la protagonista che dà il titolo all’opera regina dell’Arena: per quest’unica eccezionale data Aida è il soprano Maria Josè Siri, interprete di fama internazionale di vocalità duttile e straordinaria personalità, già applaudita nel titanico ruolo di Abigaille in Nabucco.

Con loro si conferma un cast internazionale che unisce talenti emergenti ad artisti affermati: il mezzosoprano Olesya Petrova è la principessa Amneris, figlia del Re degli Egizi interpretato da Romano Dal Zovo; il baritono Sebastian Catana dà voce e volto ad Amonasro (padre di Aida e Re degli Etiopi), il basso Abramo Rosalen è il gran sacerdote Ramfis, simbolo inflessibile del potere spirituale e non solo; il giovane tenore Riccardo Rados è il Messaggero e Yao Bohui è la Sacerdotessa che guida le invocazioni fuori scena in cui Verdi ha immaginato ex novo il mondo sonoro, esotico e drammatico, dell’Antico Egitto.

L’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, il Coro preparato da Ulisse Trabacchin sono diretti dal Maestro Daniel Oren, beniamino del pubblico internazionale dell’Anfiteatro. I Tecnici areniani portano in scena l’Egitto aureo e i tessuti preziosi e multicolori immaginati dal regista e scenografo Franco Zeffirelli esattamente venti anni fa con i costumi di Anna Anni: una visione che restituisce alla perfezione la doppia anima dell’opera di Verdi, in equilibrio fra intimismo e grandeur, amori, gelosie, passioni turbolente e un messaggio di pace.

Insieme al Ballo areniano coordinato da Gaetano Petrosino debutta la Akmen di Marianna Monteleone e si confermano le étoile Ana Sophia Scheller e Alessandro Staiano, primi ballerini nelle coreografie originali di Vladimir Vasiliev.

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