Dopo aver vinto, in una gara rocambolesca, con uno spettacolare poker, al Penzo, l’Hellas si ripete rifilando un duro tris agli arancioneroverdi del Venezia al Bentegodi. Tudor, che deve ridisegnare la difesa, viste le squalifiche di Gunter e Casale oltre alla cronica assenza di Dawidowicz, decide di far debuttare, dal primo minuto, il diciottenne Diego Coppola, gioiello della Primavera, affiancandogli, a sinistra, il greco Retsos e, a destra, Sutalo. Confermato, visto il perdurare dell’assenza di Veloso, il centrocampo titolare con Faraoni, Taméze, Ilic e Lazovic mentre Barak e Caprari operano alle spalle di Simeone. Partono decisi i gialloblù ma, dopo soli cinque minuti, si accascia al suolo Panagiotis Retsos. L’intervento dei sanitari non risolve il problema e il greco, grande speranza del calcio ellenico ma dalla muscolatura di cristallo, è sostituito dall’esperto Ceccherini. Il gioco dell’Hellas è sempre brillante ma sono i lagunari a rendersi pericolosi, al quarto d’ora, con un gran tiro di Okereke respinto da Montipò. Passano un paio di minuti e l’arbitro, su indicazione del proprio collaboratore, assegna un angolo, nonostante le proteste di Faraoni che indicava come la palla non avesse superato la linea di fondo. Sul corner il colpo di testa, sempre di Okereke, è salvato, sulla linea, da Lazovic. Poco dopo il ventesimo, lanciato da Caprari, Simeone si libera di Ceccheroni cerca il tiro a giro ma la palla finisce larga. Passano pochi minuti e Montipò si supera, con un gran riflesso, sulla deviazione di Ceccheroni sugli sviluppi di un calcio di punizione. Risponde l’Hellas e, alla mezzora, Faraoni, liberato da un colpo di tacco di Barak impegna Romero. Al quarantesimo brivido per gli scaligeri. Su azione d’angolo esce a vuoto Montipò e Caldara, davanti alla porta, di testa mette alto. In pieno recupero una rasoiata di Ilic, dal limite, sfiora la base del palo alla destra del portiere. Si va al riposo con il risultato ad occhiali che, penalizza più i lagunari che gli scaligeri. Si riparte con le stesse formazioni che hanno finito la prima frazione di gioco e, al secondo, grandissima chance per l’Hellas. Parte, da metà campo, Faraoni, ad altissima velocità e, arrivato al limite dell’area, appoggia sulla sinistra a Caprari, completamente solo, il numero dieci batte a colpo sicuro ma Romero gli devia il pallone in corner. Passano meno di dieci e gli scaligeri vanno in vantaggio. Palla lunga di Caprari, sulla sinistra del fronte d’attacco, Simeone sradica il pallone dai piedi dell’incerto Caldara e, entrato in area, fulmina il portiere sul palo lungo. Dopo oltre due mesi e mezzo il cholito torna al goal. Un minuto dopo Caldara, frastornato dall’errore che ha portato alla rete, entra duramente ed è ammonito mentre, al quarto d’ora, Barak accusa un problema muscolare e chiede il cambio. Al suo posto entra Lasagna. Al ventesimo il raddoppio è servito. Grande cavalcata di Faraoni che, arrivato ai diciotto metri, appoggia a Simeone il cui tiro passa fra le gambe del portiere in uscita per la sua doppietta personale. Sulle ali dell’entusiasmo gli scaligeri tendono a dilagare ma trovano in Romero un baluardo insuperabile. Prima respinge una bordata violenta di Lazovic poi nega la gioia della rete ad una deviazione di Lasagna che, a dieci dal novantesimo, ha una doppia opportunità per segnare. L’ex udinese parte a gran carriera dal cerchio di centro campo poi, arrivato in area, scarica un gran tiro che Romero respinge in qualche modo, la palla arriva ancora sui piedi di Kevin la cui deviazione è respinta dalla gamba di un difensore. La vecchia regola del calcio si conferma. Goal sbagliato goal subito. Infatti il Venezia, un minuto dopo, accorcia le distanze. Traversone, dalla destra di Johnsen, incertezza di Faraoni e Okereke, da sotto misura, di testa batte Montipò. Tudor, vuole forze fresche e fa uscire la sua catena di sinistra. Lazovic è sostituito da Depaoli mentre Caprari lascia il posto a Bessa. A due minuti dal novantesimo i gialloblù mettono in freezer la gara. Ancora una portentosa cavalcata di Lasagna che, questa volta, arrivato al limite dell’area, appoggia alla sua destra a Simeone che, senza esitazione trafigge, per la terza volta, Romero. Nei quattro minuti di recupero non succede più nulla se non i cori entusiastici degli oltre tredicimila tifosi ebbri di gioia per il successo nel sentito derby che vede i lagunari soccombere nelle due gare con ben sette reti al passivo di cui cinque del cholito. Giornata da incorniciare per la società del Presidente Setti che, oltre al successo nel derby, ha visto la Primavera di Mister Corrent battere, all’antistadio Tavellin, la capolista Roma con un secco tre a zero. Domenica trasferta a Fiorenze contro la viola, di Vincenzo Italiano, per cercare di consolidare questa stupenda e inaspettata classifica, alle porte dei quartieri nobili, e con il quarto attacco della Serie A.