Al termine di una partita, tanto brutta quanto il meteo che l’ha accompagnata, l’Hellas Verona non va oltre un sofferto pareggio, al Bentegodi, contro il Crotone. Fabio Grosso dimostrando, ancora una volta, idee poco chiare, decide di cambiare apportando ben cinque variazioni alla squadra che non aveva particolarmente impressionato a Carpi. Faraoni e Vitale, esterni, Bianchetti e Marrone, centrali. Gustafson, Munari e Zaccagni, a centrocampo, Matos, Di Carmine e Di Gaudio in avanti. Pronti via e l’Hellas ha una gigantesca opportunità di segnare. Di Gaudio va su fondo e mette in mezzo, dove Zaccagni, a non più di un metro dalla porta, alza sopra la traversa. Passano dieci minuti e Munari deve alzare bandiera bianca, al suo posto entra Colombatto. Il grande azzardo di Grosso di voler lanciare, dal primo minuto, un giocatore che nell’ultimo anno, per un grave infortunio ai legamenti, aveva giocato solo una decina di minuti a Parma, è clamorosamente fallito. I gialloblù tengono il pallino del gioco ma, anche per il terreno scivoloso, per la continua pioggia, non sempre sono precisi come, intorno al ventesimo, quando una bella verticalizzazione di Matos risulta troppo lunga per Di Carmine. Al venticinquesimo Gustafson perde palla a centrocampo, Marrone non interviene in tempo e ci vuole Silvestri a deviare in angolo. Alla mezzora ingenuo fallo, a centrocampo, di Matos che si becca l’ammonizione e l’indisponibilità per la partita contro lo Spezia, essendo in diffida. Poco prima del quarantesimo, ammonizioni prima per Zaccagni quindi per Marrone che, nel recupero, sbaglia incredibilmente, su angolo di Zaccagni, il colpo di testa, solissimo, a tre metri dalla porta. Si riprende, sempre sotto la pioggia battente e Matos, in fase di ripiegamento, accusa un problema a una gamba ed è costretto a uscire a bordo campo. Passa un minuto e, con i gialloblù in dieci, il Crotone, inaspettatamente, passa in vantaggio. Azione confusa sulla destra con tiro sbilenco di Pettinari che inganna Silvestri. Matos non c’è la fa ed entra Tupta. Il Verona alza il ritmo mentre i calabresi si rintanano nella loro metà campo. Per frenare una percussione di Zaccagni, poco prima del ventesimo, Rohden si becca il secondo giallo e finisce anzitempo sotto la doccia. Al venticinquesimo, accolto da un grande applauso, entra Pazzini per un abulico Di Gaudio. Poco dopo la mezzora il pareggio è cosa fatta. Bella palla filtrante di Faraoni per Di Carmine che anticipa il portiere in uscita e insacca. Ormai si gioca a una sola porta ma l’unico brivido lo procura Gustafson quando, a due minuti dal quarantacinquesimo, servito da Tupta si trova solo davanti al portiere ma lo colpisce in pieno. Nonostante cinque minuti di recupero il risultato non cambia. La vittoria, nel girone di ritorno latita ancora e l’Hellas Verona, ormai considerata la squadra sammaritana del campionato, dopo aver dato tre punti al Padova, ultimo, e un punto a Cosenza, Carpi e Crotone, negli ultimi posti della classifica, dovrà adesso cambiare marcia visti che, i prossimi avversari, avranno un’altra caratura, cominciando dallo Spezia, una delle compagini più in forma del momento, la prossima domenica. Sonore e veementi contestazioni al Mister, al Presidente e anche al D.S.