L’Hellas Verona onora al meglio la scomparsa di Roberto Puliero vincendo meritatamente con la Fiorentina al Bentegodi. Prima dell’inizio della partita, dopo aver risentito l’urlo di Puliero che annunciava lo scudetto del Verona nel campionato 1984/85, c’è stata la commovente esecuzione, da parte di un trombettiere, del “Silenzio fuori ordinanza” per salutare degnamente Roberto. Juric che non recupera né Kumbulla né Veloso, ripropone, per nove undicesimi, la formazione che, pur sconfitta, bene si era comportata a San Siro con l’Inter. In difesa, per Empereur, rilancia Bocchetti, che aveva visto il campo, per una quindicina di minuti, solo alla seconda partita a Lecce, confermatissimo il centrocampo con Amrabat e Pessina, centrali, e Faraoni e Lazovic, esterni, mentre in avanti Verre e Salcedo sono in appoggio a Samule Di Carmine (foto) che rivede il campo dopo tre giornate. Dopo due minuti durissimo scontro Di Carmine Pezzella con il capitano viola costretto a uscire per la sospetta frattura dello zigomo, al suo posto Ceccherini. I gialloblù spingono con insistenza, soprattutto sulla fascia sinistra, dove Lazovic è incontenibile. Proprio da un traversone dell’ex genoano c’è una deviazione di Salcedo salvata in angolo. Sul secondo corner consecutivo Gunter, posizionato sul limite sinistro dell’area, scarica un fendente che sfiora la base del palo con il portiere immobile. Prima del quarto d’ora sale in cattedra Verre che, prima tira alto con il pallone sorvola di poco la traversa, quindi, servito da Salcedo, impegna il portiere in una grandissima parata in angolo. Poco prima del ventesimo fiscale ammonizione di Pessina. Subito dopo l’ex atalantino cerca la conclusione, da lontano, la palla, deviata, s’impenna e arriva a Di Carmine che, pur solo conclude debolmente. Alla mezzora si fa vedere la Fiorentina con Vlahovic il cui tiro trova pronto Silvestri a respingere con i piedi. Al quarantesimo bellissima azione scaligera iniziata da Lazovic sul cui traversone c’è un magico tacco di Salcedo che smarca Faraoni il cui tiro, da due passi, colpisce in pieno il portiere. Si va al riposo a reti inviolate ma è l’Hellas che fa la partita e che meriterebbe il vantaggio. La ripresa vede subito l’Hellas in avanti e dopo pochi attimi c’è un’azione iniziata da Aamrabat per Faraoni che restituisce la palla al marocchino sul cui traversone c’è la deviazione di testa di Di Carmine con il pallone che sfiora il palo. Al quarto d’ora ancora il portiere viola protagonista di un super intervento per deviare la conclusione a botta sicura di Salcedo. Al quarto d’ora ammonizione anche per Faraoni. Poco dopo il ventesimo arriva il sospirato vantaggio. Silvestri appoggia a Gunter che apre per Amrabat, l’ex Bruges, serve sulla corsa, Faraoni che, arrivato, quasi al limite dell’area, traversa, prezioso velo di Verre a smarcare Di Carmine che, con freddezza glaciale, di piatto destro trova l’angolo alla sinistra del portiere. Grandissima gioia per il giocatore che, cresciuto nelle giovanili viola, segna, proprio contro la sua ex squadra, a trentuno anni, la prima rete in serie A. Dopo un pericoloso tiro di Vlahovic, a fil di palo, Juric richiama un dinamico Salcedo per Zaccagni. Subito dopo entusiasmante azione, coast to coast, di Aamrabat che lancia Di Carmine anticipato di pochissimo dalla disperata uscita del portiere. A dieci dal termine finisce la partita del rientrante Bocchetti, ottima la sua prova, per Dawidowicz. Prova la conclusione Zaccagni ma la palla fa letteralmente la barba al palo. Juric vuole forze fresche e richiama il match winner Di Carmine, standing ovation per lui, per Stepinski che, dopo pochi minuti insacca, scavalcando il portiere ma c’era fuorigioco. Dopo cinque minuti di recupero gli scaligeri possono andare a raccogliere l’applauso dei propri tifosi felici di aver visto forse la miglior partita del campionato giusto ricordo per Roberto Puliero, il suo indimenticabile cantore. Diciotto punti, dopo tredici partite, con la seconda difesa del campionato, dopo la Juve, con solo undici reti subite. Un enorme ringraziamento va a Ivan Juric che ha saputo trasmettere ai suoi ragazzi il suo credo calcistico e la grinta e la determinazione necessarie per una squadra che deve lottare per salvarsi.