La Verona del calcio non sta certamente vivendo il suo miglior momento, con l’Hellas tristemente ultimo in classifica e costretto a esonerare il condottiero di mille battaglie Mandorlini e il Chievo che dopo un buon avvio ha messo insieme solo due vittorie nelle ultime 10 gare. Una situazione non certo rosea e che potrebbe minare la permanenza del derby veronese nella massima serie se le cose non dovessero cambiare da qui a fine stagione.
Analizzando la situazione da un punto di vista economico, proviamo a valutare come l’incidenza di ricavi e costi stia influenzando il campionato delle squadre di serie A, facendo un parallelo tra incassi e spese per costruire la rosa e rapportando i dati italiani a quelli europei.
Nella classifica degli sponsor posti sulle maglie di gara le squadre veronesi si piazzano a nella parte centrale, con i clivensi che superano i cugini dell’Hellas di una posizione, con le due squadre rispettivamente all’8° e al 9° posto. Entrambe ricevono dagli investitori circa 1,5 milioni di euro all’anno per apporre il logo sulla casacca di gara, una cifra non certo stratosferica e che la dice lunga sull’appeal che la Serie A genera sul mercato. Tanto per fare alcuni esempi, l’Udinese percepisce 1 milione di euro dallo sponsor Dacia mentre il Watford, squadra sempre di proprietà della famiglia Pozzo, ne incassa quasi 2 in Premier League. Se si guarda al top della classifica, la Juventus ottiene ben 17 milioni dallo sponsor di “famiglia” Jeep ma il Tottenham, sesto nella graduatoria inglese, ne guadagna circa 24 dal main sponsor AIA, società cinese di assicurazioni.
Ad ogni modo il caso più emblematico del nostro campionato è quello del Sassuolo, compagine che si sta ben comportando in classifica e che oggi ha come obiettivo un possibile piazzamento europeo. Sul fronte sponsor però i neroverdi occupano già un posto “Champions”, visto che sono sul terzo gradino del podio della Serie A, grazie ai 15 milioni che la Mapei del patron Squinzi gira nelle casse degli emiliani.
Se osserviamo il costo delle rose delle squadre veronesi, scopriamo che entrambe sono nella parte bassa della classifica, davanti solo alle neopromosse Carpi e Frosinone, oltre che all’Empoli, squadra consolidatasi del corso della passata stagione. Il Chievo spende 16 milioni per i suoi “dipendenti”, tra i quali è Paloschi a percepire la busta paga più alta con 700 mila euro anni. Sponda Verona invece il budget è decisamente più alto, circa 21 milioni, con Luca Toni “Paperone” della squadra, in virtù di uno stipendio da 1,15 milioni di euro. Se comparati ai 24 milioni del Torino, attualmente 8°, si può dire che i guadagni dei giocatori del Verona non stiano ripagando l’investimento fatto su di loro. Nella sessione estiva di calciomercato il Chievo ha chiuso con un passivo di circa 950.000 euro, frutto di acquisti per 4,45 milioni e cessioni per 3 milioni e mezzo. Più pesante il passivo dell’Hellas, che a settembre aveva registrato un -2,25 milioni di euro, risultato di una campagna acquisti costata 6,6 milioni di euro e una campagna cessioni che ha portato in cassa 4,35 milioni.
Passando invece ai dati individuali sulle sponsorizzazioni, in Italia si guadagnano le briciole rispetto ai grandi campionati europei: nel nostro paese i giocatori che riescono a trarre beneficio da contratti individuali sono principalmente Balotelli, Pogba e Honda, ma nessuno di loro si avvicina minimamente al top di questa classifica.
Il più amato dai brand mondiali è Cristiano Ronaldo, che con i suoi 27 milioni di dollari comanda la classifica delle sponsorizzazioni, frutto negli accordi storici con brand del calibro di Nike e di quelli più recenti come quello nel ruolo di testimonial per PokerStars. Alle sue spalle si piazza invece Messi, che percepisce “solo” 22 milioni dai suoi sponsor, tra cui Adidas e Dolce&Gabbana. Terzo gradino per Neymar che con i suoi 17 milioni si assicura comunque una futura pensione più che tranquilla. Curiosamente il brasiliano condivide alcuni sponsor proprio con CR7, tra cui abbigliamento sportivo e poker room, e voci di corridoio lo danno in procinto di spodestare proprio Ronaldo come uomo di punta di Nike per le prossime Olimpiadi di Rio.