Altro evento indimenticabile in quel dell’Anfiteatro Camerini, questa volta ha calcato infatti il palco dell’Hydrogen Festival quell’ex Oasis di Noel Gallagher con i suoi High Flying Birds formati da chitarra, basso, organo Hammond, batteria e 3 fiati (sax, trombone e tromba).
Un’ora e mezza di musica ad alto livello con uno show fatto di piccole battute, a dire il vero un po’inaspettate. Inaspettata come la pioggia che ha cercato di rovinare la serata riuscendoci solamente in parte procurando un’interruzione di 40 minuti, pausa durante la quale i fan accorsi da tutta Europa non hanno smesso un attimo di richiamare sul palco l’inossidabile Noel.
Sono state 20 in tutto le canzoni presentate dai protagonisti indiscussi di questo uggioso mercoledì da “Do the Damage” a “If I Had a Gun”, da “You Know We Can’t Go Back“ a “Aka What a Life”, 6 le cover degli Oasis interpretate dal cinquantenne britannico e dalla sua HFB, tra le quali “Champagne Supernova”, “Fade Away” ed il gran finale con “Don’t Look Back In Anger”. C’è poco da fare: “la vecchia scuola” stupisce e regala sempre momenti indimenticabili al proprio pubblico e ci siamo accorti, ma sicuramente non saremo stati i primi, che l’anima e la forza di quel duetto che scalò le vette delle classifiche mondiali con “Wonderwall” di certo non era di colui che da qualche tempo ha sciolto il ve
cchio gruppo dei Beady Eye.