Termina senza reti la gara d’andata, al Bentegodi, della semifinale playoff con il Pescara. Alfredo Aglietti non cambia e presenta la stessa formazione che sabato sera aveva battuto il Perugia con l’unica eccezione Danzi al posto dell’infortunato Zaccagni. Dopo cinque minuti di studio, con gli abruzzesi più insidiosi nella metà campo scaligera, sono i gialloblù, improvvisamente, a ridestarsi. La palla arriva, al limite dell’area, a Di Carmine che con la solita rapidità si gira e scaglia un violento tiro verso il secondo palo, dove con un intervento di qualità arriva il portiere per la deviazione in angolo, che sarà il primo di una lunghissima serie. Sulla battuta di Laribi la palla arriva, fuori area, a Dawidowicz che costringe nuovamente Fiorillo in corner. Passano cinque minuti e Gustafson, servito da Henderson, da casa sua, scaglia un proiettile che il portiere devia con difficoltà sul fondo. Al quarto d’ora, dopo che Pinto aveva trattenuto per la maglia Matos frenandone la ripartenza, l’arbitro estraeva il primo giallo della serata per il pescarese. Un minuto dopo Silvestri è pronto a deviare, a pugni uniti, una forte conclusione, dopo azione, d’angolo. Poco prima del ventesimo due azioni particolarmente insidiose. Prima Laribi, dopo un’insistita azione sulla sinistra, traversa e un difensore allontana, forse con un braccio, inutili le proteste scaligere. Sulla ripartenza, Gustafson lascia sfilare un pallone a pochissima distanza da lui e il contropiede è fermato da un nuovo intervento con i pugni di Silvestri. Al ventesimo un tiro improvviso di Mancuso si stampa sulla base del palo. Al venticinquesimo Laribi serve in profondità Di Carmine che cerca di scavalcare il portiere in uscita ma Scognamilio, in scivolata, riesce a toccare il pallone che s’impenna e termina la sua corsa, a fil di traversa, sulla parte alta della rete. Alla mezzora, sull’ennesimo angolo di Laribi, Gustafson batte a colpo sicuro ma Fiorillo, di puro istinto, riesce a respingere. Al quarantesimo, iniziativa di Matos che si accentra, ma tira a lato. Poco prima dell’intervallo ammonizione per Dawidowicz. La ripresa vede subito il Pescara buttarsi in avanti ma Silvestri è prontissimo a rispondere a un gran tiro dal limite dell’area. Al sesto, Empereur, il grande protagonista contro il Perugia, ci prende gusto e, dal limite scaglia una rasoiata a filo d’erba che Fiorillo respinge in qualche modo, ma non trattiene. Arriva Di Carmine ma c’è fuorigioco. Al quarto d’ora Matos, dopo aver lasciato per strada il suo diretto controllore, arriva in area ma il tiro è deviato oltre il fondo. Esce Henderson, positiva la sua prova, per Colombatto. Poco dopo il ventesimo Laribi sembra poter segnare ma un difensore s’immola deviando ancora in corner. Poco dopo esce Di Carmine per Pazzini. Mentre, alla mezzora, Aglietti richiama Matos per Tupta. Proprio il giovane slovacco ha la palla buona ma il suo colpo di testa è salvato, in qualche modo, dal portiere a pochi centimetri dalla linea. Prima della fine del tempo regolamentare anche Danzi finisce sul taccuino del mediocre arbitro Marinelli. In pieno recupero, per fallo su Colombatto, che costa il giallo al neo entrato Del Grosso, punizione dai venticinque metri, spostata sulla destra, battuta da Laribi per Pazzini la cui girata è deviata da un difensore. Subito dopo il triplice fischio che manda le squadre negli spogliatoi e rimanda a domenica, nell’infuocata bolgia dell’Adriatico, la scelta della finalista dei playoff. La squadra ha giocato con il cuore, sostenuta con calore dagli oltre diecimila spettatori, ma non ha mai indovinato il guizzo definitivo. Tredici angoli non sono bastati a trovare il grimaldello per aprire la munita difesa della squadra di Bepi Pillon. Domenica Aglietti e i suoi ragazzi avranno la possibilità di vendicare l’atroce beffa del 2010 quando, grazie anche a un arbitraggio che definire discutibile sarebbe riduttivo, furono battuti per una rete a zero. La vittoria è l’unico risultato che i gialloblù hanno a disposizione ma, se lo spirito sarà quello visto, al Bentegodi, non tutte le speranze sono perdute.