Nonostante una buona partita, l’Hellas esce, immeritatamente, sconfitto dal “Mapei Stadium” con il Sassuolo. La solita sfilza d’infortuni costringe, ancora una volta, Delneri a cambiare formazione. Confermata la difesa, che aveva giocato all’inizio con il Milan, torna, in cabina di regia, Viviani con il supporto dei corridori Ionita e Greco mentre, in avanti, è Gomez la prima punta con Wszolek e Siligardi sulle fasce. La partenza è dei gialloblù che, nella prima mezzora, creano occasioni a ripetizione. Dopo un gran tiro di Pisano, a lato di poco, grossissima opportunità per Wszolek che, liberissimo, sul vertice destro dell’area piccola, spara sul portiere, tocca poi a Viviani vedere due suoi tiri finire uno a lato e uno respinto dal portiere. Dopo l’ammonizione di Albertazzi, sarà l’unica della gara, Juanito perde l’attimo, attendendo il rimbalzo in area, e la difesa allontana quindi, un missile, dai venticinque metri, di Siligardi sfiora il montante. Il tempo si chiude sul nulla di fatto ma con tante recriminazioni per gli scaligeri. In avvio di ripresa Wszolek vola in contropiede ma il suo tiro non centra lo specchio. All’undicesimo si decide la partita. Moras, in anticipo su Duncan, scivola e perde palla, riesce a rialzarsi e a contrastare l’avversario, la palla schizza verso Pellegrini il cui tiro incoccia sul piede dello stesso Moras e beffa l’incolpevole Gollini. Primo tiro in porta dei neri verdi ed è goal! Delneri decide di buttare nella mischia Toni, accolto dal caloroso applauso degli sportivi emiliani, per Gomez. Subito dopo l’unica azione pericolosa del Sassuolo, Duncan semina gli avversari e serve Falcinelli che, da sotto misura, spara alle stelle. Esce Greco per Rebic e, poco dopo, Albertazzi chiede il cambio, al suo posto Romulo che va a destra con Pisano a sinistra. Il goal subito toglie però brillantezza e ardore ai gialloblù che non vanno oltre un pericoloso pallonetto di Rebic che, scavalca Consigli, ma esce sul fondo. La gara, specchio fedele dell’infausta stagione, dimostra le grossissime difficoltà degli scaligeri a segnare e la maledizione di subire goal nelle poche occasioni create dagli avversari.