Un Hellas Verona a dir poco imbarazzante non va oltre il pareggio, al Bentegodi, con il Cosenza. Grosso decide di schierare Bianchetti e Faraoni, esterni, con Dawidowicz e Marrone, centrali, Gustafson, Colombatto e Zaccagni, a centrocampo, Tupta, Pazzini e il neoacquisto Di Gaudio, in avanti. Dopo una decina di minuti di studio, dove la squadra si muove molto lentamente e tutto per vie orizzontali, al quarto d’ora, il primo squillo di Di Gaudio che parte dalla linea centrale del campo e, dopo una cavalcata di una cinquantina di metri, tira senza impensierire il portiere. E’ sempre l’ex giocatore del Parma a rendersi pericoloso e, in cinque minuti, prima si vede un tiro rimpallato, dopo un bello scambio con Zaccagni, quindi, servito da Bianchetti, spara alto e infine, poco dopo il ventesimo, bel pallone per Pazzini che si gira e chiama il portiere a una deviazione in angolo. A dieci minuti dal riposo insistita azione sulla sinistra con Di Gaudio che vede il suo tiro rimpallato, interviene Pazzini che tira violentemente, il portiere respinge, la palla carambola su un difensore, arriva Tupta che la spinge in rete. C’è tempo per vedere prima uno spettacolare slalom di Colombatto che, superati diversi avversari dal limite, tira una rasoiata che sfiora la base del palo quindi ancora un lancio di Di Gaudio per Pazzini che chiama alla difficile respinta il portiere. La ripresa vede subito i calabresi buttarsi in avanti e, prima del decimo, ci vuole San Silvestri per deviare una botta da un paio di metri di Tutino. I gialloblù cercano di amministrare la gara abbassando però troppo il baricentro ed ergendo una barriera al limite dell’area. Al ventesimo, Grosso richiama gli applauditi Pazzini e Di Gaudio per Di Carmine e Matos. Passano poco più di cinque minuti e l’ex Perugia raddoppia. L’azione si svolge sulla destra e Matos tira violentemente, dal vertice dell’area piccola, il portiere cerca la deviazione in angolo ma, sul pallone, si fionda Di Carmine che, quasi dalla linea di fondo campo, scarica un missile che gonfia la rete. Al trentacinquesimo c’è un’entrata pericolosa di Matos che costa, al brasiliano, l’ammonizione e, sulla susseguente punizione, Sciaudone salta più in alto dei difensori e beffa Silvestri, forse leggermente in ritardo. La gara è riaperta e i calabresi, galvanizzati, si buttano in avanti mentre l’Hellas non esce più dalla propria tre quarti. Al quarantesimo, da azione d’angolo, si crea una mischia che Idda conclude in rete. Il pareggio sembra risvegliare gli scaligeri che, due minuti dopo, sfiorano il nuovo vantaggio, al termine di una bell’azione, che coinvolge un po’ tutti gli attaccanti, Matos batte a colpo sicuro ma incredibilmente il portiere riesce a deviare in angolo. I cinque minuti di recupero non servono a ritrovare il successo e a impedire la sonora fischiata del pubblico. Dopo la sconfitta nel derby si chiedeva alla squadra una prova d’orgoglio che non c’è stata. Giocando al piccolo trotto e grazie ad alcuni errori della difesa avversaria e alla prontezza di Tupta e Di Carmine la partita si era incanalata nel verso giusto ma, l’esasperante lentezza e la mancanza d’idee di un centrocampo che ha in Gustafson una bella statuina, in Colombatto un giocatore dal piede educato ma eccessivamente lento e nel solo Zaccagni, peraltro sostituito, l’elemento di vivacità, oltre alle solite problematiche al centro della difesa dove Marrone, oltre a non dare sicurezza, ritarda sempre le ripartenze, il risultato pieno non è arrivato. Uniche note liete l’ottimo ritorno di Bianchetti, pur schierato sulla fascia, e la vivacità di Di Gaudio. Sabato a Carpi l’ennesima prova del nove contro una squadra con l’acqua alla gola ma, purtroppo, l’Hellas è abituata a far da buon Samaritano nei confronti degli avversari disperati.